giovedì 22 settembre 2016

Amarcord Mosca

Lungo l' autostrada che dall' aereoporto di Sheremetevo conduce a Mosca, vi è un monumento composto da tre giganteschi cavalli di Frisia, illuminati da una sempiterna fiammella. Segnano il punto più avanzato raggiunto dalla truppe naziste. Li, a soli 20 km. dal Cremlino, gli invasori furono definitivamente fermati.
Durante i 4 mesi in cui risiedetti per lavoro a Mosca, anno 1974, alloggiai nel famoso hotel Ukraina, sito sulle rive della Moscova. Famoso perché è li che risiedevano molti giornalisti e rappresentanti occidentali. Un albergo che definirlo spartano è fargli un complimento. Puro stile stalinista anni 30, hall enorme e buia, con al centro un edicola dove si vendevano quotidiani stranieri. Ma solo gli organi dei partiti comunisti occidentali. In un angolo v' era anche un ufficio cambi, per un dollaro, ricordo, davano 60 copechi. Mentre fuori, al cambio nero, erano due rubli per un dollaro.
Il cibo al ristorante dell' hotel era quanto mai vario: patate e carne di porco a pranzo, carne di porco e cavoli la sera.
Fortuna che dall' altro alto della strada vi era uno di quei negozi chiamati Beriozka, riservati a chi poteva pagare in valuta. Li trovavo uva e pomodori del Caucaso, salumi ungheresi, formaggi svizzeri e altre leccornie che solo gli appartenenti alla Nomenklatura o noi occidentali si potevano permettere.
La piazza Rossa (o se si preferisce piazza Bella, perché Krasnaya ploshchad in russo si traduce con piazza Rossa ma anche Bella) è più piccola di come l' avevo immaginata. Ma la vista delle cipolle colorate di San Basilio e le torri del Cremlino, sulla più alta delle quali, la Spasskaya, sventolava ancora la bandiera rossa, commosse il mio tenero cuore di compagno.
Quando però fui avvicinato da un signore distinto in giacca e cravatta, probabilmente un professore o impiegato di banca, che avendo riconosciuto in me un occidentale cortesemente mi chiese se avevo delle gomme da masticare per i suoi figli (non le avevo), l' incanto e l' amore per il supposto paradiso dei lavoratori in me svani. Cosi, dopo aver mandato mentalmente a quel paese un sistema che era riuscito a portare per primo un uomo nello spazio, ma non era capace di produrre chewing gum per i suoi bambini, rinunciai a visitare la Cara Salma nella sua teca sotto le mura e me ne tornai mesto all' albergo.
Ora smetto misono dilungato anche troppo. Nelle foto, il monumento alla Seconda guerra mondiale e l' hotel Ukraina.


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